Quella del soldato è la figura che meglio compendia i tratti spirituali dell’uomo al quale Spengler si rivolge. Questi è un “idealtipo” (per usare una formula di Max Weber), intimamente tragico, obbediente a un istinto che non chiede né dà ragioni e che lo colloca, nell’azione, al di là delle antitesi tra necessario e contingente, soggettivo e oggettivo, libertà e disciplina, singolarità e totalità, istinto e ragione, vita e forma. Tali antitesi si annullano nella decisione di consentire nel corpo e nell’anima al Destino assegnato da una storia che fa tutt’uno con le “idee senza parole”.