“Di un filosofo ciò che più m’importa è che sia nella condizione di dare un esempio. [...] Ma l’esempio va offerto dalla vita concreta, palese, non semplicemente dai libri, quindi, così insegnavano i filosofi della Grecia, più mediante l’espressione del viso, il portamento, il modo di vestire, il cibo, il decoro che non mediante il parlare o magari lo scrivere.”
“Tra gli elementi che favoriscono la felicità umana Schopenhauer ci insegna a distinguere quelli veri da quelli apparenti: ci insegna come né il diventare ricchi, né l’essere riveriti, né l’essere eruditi possa sollevare il singolo dal profondo sconforto per l’assenza di valore della propria esistenza, e come l’ambire tali beni assuma un significato solo se illuminato da un fine, superiore e trasfigurante, di integralità: divenire potenti per soccorrere, grazie alla potenza, la physis (la Natura), ed emendarne un po’ le follie e le deficienze.”
“Per la moralità vigente ad aver valore è [...] una istruzione svelta, lesta, per diventare presto un essere che guadagni denaro, magari una istruzione ‘solida’ quanto basti ad allevare un essere che faccia tantissimi ‘soldi’. All’uomo viene permessa solo quella cultura che corrisponda all’interesse del profitto generale e del commercio mondiale.”
“Nella sua interezza, il mondo moderno non si presenta dotato di tessuti di sostegno ben coesi e stabili così che sia lecito predire anche al suo concetto di cultura una tenuta perenne. Ci sarebbe finanche da ritenere probabile la calata nel prossimo millennio di alcune nozioni ‘invasive’ di cultura la cui novità farebbe rizzare i capelli in testa a tutti quelli che vivono oggi.”