L’ELLENISMO, l’attingere esclusivo alla “scienza degli Elleni” significò per l’imperatore Giuliano non tanto una reazione al Cristianesimo, quanto una vera e propria controrivoluzione alla rivoluzione cristiana: condotta in nome del moderno Dio migrato dalla Galilea, la rivoluzione; proclamata in nome degli antichi Dei olimpico-capito-lini, la controrivoluzione. Sicuro che l’Idèa deve non assoggettarsi ma dettare regole alla realtà, persuaso “della propria investitura divina e del suo mandato a riconvertire la storia, smentendone ogni interpretazione cristiana” [O. Andrei], il pius-theosebès Giuliano non si mise al passo coi tempi, ma impose al tempo di mettersi al passo con la sua volontà di restaurazione, anzi di rigenerazione dell’ELLENISMO. Se è vero che “la storia dell’uomo è, propriamente, storia della sua volontà” [N. Gómez Dávila], allora tra i Grandi della storia mondiale, che hanno giustificato e onorato l’essere-uomo, va posto questo giovane uomo risoluto, signore della guerra, della politica, della conoscenza, che dell’esercizio ‘liturgico’ della volontà fece la propria ascesi iniziatica. E se a dettare il bene alla volontà umana è (nella definizione cristiana) la “grazia efficace”, va detto che fu questa potenza-proprietà soprannaturale a ispirare la sua restitutio temporum et sacrorum, rendendo quindi questo grande imperatore-filosofo “sapiente nelle cose celesti, prudente in quelle umane” [Giovanni Antiocheno].