Autore: Mehmet Frugis
Titolo: Il Signore terribile – Vita del barone von Ungern-Sternberg
Collana: Il Cavallo alato
Pp: 108
Prezzo: 11 €
Nervosi e irrequieti, nevrili, i pensieri nostri hanno bisogno di venir scritti per essere messi in riga e poi passati in rassegna dal loro autore ‒ messi sull’attenti, loro e quest’ultimo. Per questo la scrittura-lettura è raccomandabile. E per questo va data lode al Frugis di aver composto un’agile biografia del barone von Ungern, “sulla base di documenti d’archivio estoni e russi, e di una bibliografia poco nota in Occidente”. Un merito, sopra tutto, gli va riconosciuto: di offrirci l’occasione di ‘tentare’ la sua scrittura per trascenderla, poggiando sui tratti biografici da lui disegnati, e fiutare, oltre l’“andatura del tempo” che ne muoveva i gesti, l’alito della preistoria che il barone inflessibile inspirava. Nietzsche notava come esistano esseri che formano “una sintesi di inumano e di sovrumano, di bruto e uomo superiore”: costoro non vanno sentiti e valutati alla stregua degli altri, tanto meno degli uomini andati a male. Sotto la nostra temperatura agitata dai buoni sentimenti e infiammata dai ‘diritti umani’ venuti a suppurazione, come considerare allora un essere quale von Ungern, che dichiarava: “La vita è il risultato della guerra, la società è solo uno strumento della guerra. Rifiutare la guerra significa mutilare la vita del proprio stile epico. Verità e pietà non sono più ammissibili. D’ora in poi ci saranno solo verità e durezza spietata. Il male che ha avvolto la Terra, con lo scopo di distruggere il principio divino nell’anima dell’uomo, dev’essere estirpato alla radice”?