E’ morto, anche se una sorta di riguardo ci fa bruciare la lingua mentre lo diciamo. Ma è morto. Piaccia o non piaccia. Non un sacrificio umano, peggio: un sacrificio aumano, il sacrificio del meraviglioso, del superiore rispetto alla misura umana. Con lui è morto tutto. Se volessimo essere coerenti, dovremmo bruciare intere biblioteche, tutti i libri che diano conto di quello stupore, di quel meravigliarsi per il prodigio.
E’ morto tutto. Perfino il ricordo dell’altro tempo, dell’altro modo di concepire il mondo. E’ l’inferno in terra, dietro la facciata svenevole e cordiale che hanno preso le cose, le persone, le letterature, le filosofie. [leggi tutto…]