Autore: Cristina Coccia
Titolo: L’anemìa demografica
Collana: La Città del Sole
Prezzo: 10€
“Al 1° gennaio 2019 la popolazione italiana ammontava a 60 milioni e 391 mila residenti [.] La popolazione di cittadinanza italiana è scesa a 55 milioni e 157 mila unità [.] I cittadini stranieri residenti sono 5 milioni e 234 mila [.] e rappresentano l’8,7% della popolazione totale [...] La famiglia, il nucleo riproduttivo che dovrebbe generare nuovi italiani si frantuma, diventa sempre meno definita, quasi un pensiero astratto che non trova più posto in questa nuova condizione esistenziale [.] Così il numero di famiglie crolla a soli 26 milioni e quello di componenti per famiglia a 2,3: ossia inferiore a 3, numero che dovrebbe individuare un nucleo riproduttivo minimo [...] La crisi economica ha causato un indebolimento della famiglia, quindi un decremento delle nascite, ma avere oggi meno figli vuol dire, tra le altre cose, far diminuire il numero di giovani nell’Italia dei prossimi decenni, quindi favorire un’ulteriore diminuzione delle nascite e del numero di individui impiegati in settori produttivi [.] Nella nazione, un decremento demografico provoca anche una diminuzione dei consumi e una intensificazione della crisi economica, disegnando quindi un circolo vizioso con retroazione positiva [...] In Italia gli aborti sono 87.000 ogni anno. In una nazione come l’Italia, in cui il decremento delle nascite è sempre più grave, [.] favorire gli aborti di figli sani è un crimine: sopra tutto verso il proprio popolo. La decisione di mettere al mondo un figlio esprime la volontà di essere e di continuarsi nel mondo, affidando il meglio di sé stessi all’avvenire della propria nazione [.] L’unico caso in cui si deve scegliere di abortire è quello in cui i test genetici e la diagnosi prenatale abbiano messo in luce difetti o malformazioni del feto.”